Parigi in poltrona (3a parte).

Qui regarde au fond de Paris a le vertige. Rien de plus fantasque, rien de plus tragique, rien de plus superbe.  Victor Hugo

«Chi guarda nelle profondità di Parigi ha le vertigini. Niente di più fantastico, niente di più tragico, niente di più superbo». È proprio così, Parigi, e in questo terzo ed ultimo post dedicato alle mie letture sul filo della nostalgia per la mia città del cuore, vorrei addentrarmi nelle pieghe più buie della città, sotto la luccicante superficie della Ville Lumière. Te la senti di seguirmi? …

Guida triste di Parigi di Alfredo Bryce Echenique

«Guide pratiche ce ne sono tante, buone e cattive, ma, che io sappia, non esistono guide tristi, men che meno di Parigi.» A. B. Echenique

Guida triste di Parigi di A.B. EcheniqueGuida triste di Parigi è una raccolta di storie di vita, per la precisione quattordici, tutte ambientate a Parigi e tutte infinitamente … tristi, oltre che permeate da un amaro e irresistibile umorismo. Sono resoconti di fallimenti, di desideri traditi, di rifiuti, amplificati dalla circostanza di trovarsi nella città che ti fa credere che tutti i sogni si possano realizzare. Leggendo potrai fare la conoscenza, tra gli altri, di:

Rosita, una signora di origine peruviana tredicesima di 13 sorelle, una più brutta dell’altra, che arrivata sulla cinquantina non si è ancora abituata a guardarsi allo specchio …

Remigio, che con la sua borsa di studio in tasca abbandona Lima e la sua famiglia nella speranza di diventare un latin lover

Rodrigo, uno scrittore mancato che abbandona nel Bois de Boulogne il suo gatto (vecchio, brutto e strano), salvo poi piangere amaramente nel portargli da mangiare ogni sera …

e poi ci sono loro, le nostre portinaie di ogni giorno:

Come parlare della Parigi in cui mi è toccato vivere senza fare riferimento alle sue ineffabili portinaie […] Stavano al mondo per poterci spiare dalla porta a vetri del loro loge con un occhio immenso e perverso che non si preoccupava neppure di nascondersi dietro al lembo di tendina sporca tirata da un diabolico ditone inquisitore.

Decisamente, questa è la “guida” di Parigi più anticonvenzionale che io abbia letto!

Rue des Maléfices. Storia segreta di Parigi di Jacques Yonnet (fotografie di Robert Doisneau) 

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Rue des Maléfices di Jacques Yonnet, foto di Robert Doisneau

«Non è di Parigi, non conosce la città, chi non ne ha mai incontrato i fantasmi. Vestirsi di grigio, essere tutt’uno con l’ombra indecisa e vaga degli angoli ciechi, infilarsi nella folla taciturna che emerge, che trasuda, alle stesse ore, dai metrò, dalle stazioni, dai cinema, dalle chiese, farsi fratello silenzioso e lontano del viandante isolato, di chi sogna in ombrosa solitudine, dell’illuminato, del mendicante, perfino dell’ubriaco: per esserne capaci è necessario un apprendistato lungo e difficile, una conoscenza delle persone e dei luoghi che si raggiunge solo in anni di paziente osservazione.»

Tutto questo, come se non bastasse, è accompagnato dalle bellissime foto di Robert Doisneau (se hai letto il post Parigi in poltrona, 1a parte sai già che lo adoro); secondo me si tratta di un libro intrigante e poetico assolutamente da leggere, oltre che bellissimo da guardare!Rue-des-Maléfices-Storia-segreta-di-Parigi-Jacques-Yonnet (2)

Forse, più che puntigliosa come l’autore scrive in quarta di copertina, io mi ritengo semplicemente una lettrice curiosa, ma sul fatto che «mi aggirerò nei luoghi di questi ricordi con questo libro in tasca per trovarmi alla presenza di uno dei personaggi descritti» … be’, non ho alcun dubbio!

E poi chissà se troverò, «tra le chiavi disseminate tra queste pagine», proprio quella di casa mia …

Adesso, però, vorrei passare a raccontarti il prossimo libro:

I SEGRETI di PARIGI di Corrado Augias

I segreti di Parigi è un libro di storie, un po’ immaginarie e un po’ reali.

Sono le storie delle donne che lavoravano in rue André Antoine, ai piedi di Montmartre, la storia della pittrice Suzanne, che percorreva la Butte quando somigliava più alla campagna romana che al romantico scorcio che siamo abituati a riconoscere nelle cartoline, la storia a tinte fosche dell’omicidio cui il castello di Vincennes fece da palcoscenico, la storia di Casque d’or

Tra tutte, ho scelto di raccontarti la storia del Théâtre du Grand Guignol.

Le Grand Guignol, Parigi.
Immagine da I segreti di Parigi di C. Augias.

Questa piccola sala (oggi 347 posti a sedere) costruita nel 1896 in origine era una cappelletta, poi divenne un emporio di oggettistica religiosa, in seguito l’atelier del pittore Georges Rochegrosse e infine il teatro di Max Maurey, che lo diresse a partire dal 1898. Maurey proponeva rappresentazioni che evocavano fatti (anche qui, un po’ reali e un po’ immaginari) truci e sanguinolenti, che avevano sul pubblico di allora un forte impatto. Del resto, per trovare gli spunti bastava attingere al repertorio di autori come Guy de Maupassant, Sacha Guiltry, Tristan Bernard … Il suo motto? “Un peu d’humour, beaucoup d’horreur!”

La storia del Grand Guignol finisce nel 1962, quando gli spettatori in cerca di emozioni forti lo hanno ormai abbandonato definitivamente per il cinema. Oggi, in fondo al vicolo cieco che risponde al nome di rue Chaptal, possiamo trovare il Théâtre 347.

Spesso, scrive Augias, quando visitiamo una città famosa la prima volta, ci limitiamo ad assistere dal vivo a quelle immagini che tante volte abbiamo già visto sullo schermo, mentre il nostro desiderio vorrebbe percepirvi tutto lo spessore della vita. L’autore, che vi trascorre da molti anni lunghi periodi [per inciso, giusto in caso ci fosse un genio della lampada in ascolto: questo è uno dei miei desideri] ci propone di visitare un’altra città: una città da scoprire cogliendo la dimensione nascosta delle cose, le tracce della storia e della leggenda, perché così facendo vi scopriremo anche noi stessi e i nostri sogni.

Non credo di dover aggiungere altro, perché che questo sia il primo libro da mettere in valigia insieme ad una mappa di Parigi mi sembra evidente … mentre la prossima lettura che ti propongo è:

Il profumo di Patrick Süskind

Acquistato più che altro perché i profumi sono una delle mie passioni, nonostante fosse già un best seller (attributo che mi fa sempre nascere dei dubbi a priori), si è rivelato uno dei libri più coinvolgenti che io abbia letto … e in questo post letterario dedicato al lato oscuro della Ville Lumière non poteva proprio mancare!

Il profumo di Patrick Suskind.Sono tre i libri che mi hanno catturata fin dalle prime pagine, portandomi a divorare anche tomi di una certa caratura in brevissimo tempo: Il conte di Montecristo (Alexandre Dumas), Delitto e castigo (Fëdor Dostoevskij) e Il profumo di Patrick Süskind.

Lungi da me considerare quest’ultimo alla stregua degli altri due, ma posso dirti che, superata una prima parte minuziosamente descrittiva in cui  una fitta ragnatela di odori, luoghi e stati d’animo man mano più malsani e angoscianti avvolge il lettore senza lasciargli scampo, è stato impossibile non proseguire fino alla fine!

Il protagonista, il disabile Jean-Baptiste Grenouille (tra i personaggi letterari più strani che io abbia incontrato), vive in una Parigi ben diversa da quella che amo scoprire durante le mie passeggiate; nel XVIII secolo infatti

nella città regnava un puzzo a stento immaginabile per noi moderni. Le strade puzzavano di letame, i cortili interni di orina, le trombe delle scale di legno marcio e di sterco di ratti […] La gente puzzava di sudore e di vestiti non lavati; dalle bocche veniva un puzzo di denti guasti, dagli stomaci un puzzo di cipolla e dai corpi, quando non erano più tanto giovani, veniva un puzzo di formaggio vecchio e latte acido e malattie tumorali […] 

E all’interno di Parigi c’era poi un luogo dove il puzzo regnava più che mai infernale, tra Rue aux Fers e Rue de la Ferronnerie, e cioè il Cimitière des Innocents […] Qui dunque, nel luogo più puzzolente di tutto il regno, il 17 luglio 1738 nacque Jean-Baptiste Grenouille.

Se ti ho incuriosito (e non ti disturba inoltrarti in queste cupe e maleodoranti atmosfere, anche considerato che le righe che ho riportato sono solo la premessa di un “crescendo” continuo), ti consiglio di scoprire leggendo qual’è la disabilità di Grenouille e verso quale destino questa lo abbia inesorabilmente condotto …

mentre io torno nel XXI secolo, per seguire i passi barcollanti di una “fata” molto singolare:

La fata carabina di Daniel Pennac

La fata carabina di Daniel Pennac.Se uno solo dei miei pazienti lettori sarà arrivato a leggere fin qui e, non conoscendo già La fata carabina di Pennac, sarà invogliato a scoprire questo libro … io sarò una (presunta) blogger felice! Perché Pennac, come Parigi, è sempre una splendida idea.

Questo romanzo (secondo del ciclo di Malaussène) ti catapulterà lontano dal centro della città, a Belleville, dove il lusso degli Champs-Élysées lascia il posto a un quartiere di periferia popolato da cani epilettici e vecchiette con l’apparecchio acustico, che camminano per le strade ghiacciate in ciabatte e … stai attento, però! Perché se mai dovesse venirti in mente di porgere il braccio ad una di queste vecchine pensando di essere d’aiuto … be’, lei potrebbe anche decidere di usare contro di te la pistola che nasconde tra i porri nella borsa della spesa!

La plaque de verglas ressemblait à une carte d’Afrique et recouvrait toute la surface du carrefour que la vieille dame avait entrepris de traverser. Oui, sur la plaque de verglas, il y avait une femme, très vieille, debout, chancelante. […]

Questo noir contemporaneo non è affatto così assurdo o tanto lontano dalla realtà come potrebbe sembrare, purtroppo per noi … a te decidere se relegarlo nel campo della fantasia o cogliere i numerosi spunti di riflessione che offre.

«Vieillir, hélas! disait mon père, mais c’est le seul moyen que j’aie trouvé de ne pas mourir jeune».    Daniel Pennac

PARIGI-IN-POLTRONA (2)Con questo ultimo post dedicato alle mie letture parigine, ti mando anche un caro saluto dalla mia poltrona, con un po’ di dispiacere per non poter condividere con te, oltre alla passione per Parigi e per i libri, anche i miei macarons e una tazza di tisana alla liquirizia!

Buona lettura e a presto, Elena

La Casetta del Merlo, Dicembre 2018

POSTILLA.

Ci sono, in questi tre articoli che ho riunito sotto il titolo Parigi in Poltrona, molti assenti illustri, forse decisamente troppi! Non so se a torto o ragione, ho deciso di consigliarti dei libri, qualcuno meno noto e altri più famosi, che però non fossero dei classici della letteratura francese … e adesso quasi quasi me ne pento! E già, perché molto spesso il mio giudizio sui libri che ti ho suggerito passa attraverso il filtro di queste letture, che risalgono ai tempi del liceo.

Ne indico alcuni qui di seguito, in caso anche a te sia venuta voglia di riscoprirli.

Notre-Dame de Paris (1831) e I Miserabili (1862) di Victor Hugo.

Il Conte di Montecristo (1844) di Alexandre Dumas.

Lo Spleen di Parigi di Charles Baudelaire; il libro raccoglie una cinquantina di poemi scritti dal 1855 al 1869.

Bel – Ami (1885) di Guy de Maupassant

Chéri (1920) di Colette

Alla Ricerca del Tempo Perduto (1909-1922) di Marcel Proust. E qui concludo davvero, con questo rimando che è diretto soprattutto a me che, devo ammettere, non sono riuscita a leggere interamente neppure uno dei sette volumi della Recherche.

Elena

Jean Mounicq, Place des Vosges Paris 1983
Jean Mounicq, Place des Vosges Paris 1983

Suggerimento: Se questa passeggiata letteraria ti è piaciuta, penso che potresti apprezzare anche i posts Parigi in poltrona (1a parte) Parigi in poltrona (2a parte).

 

17 risposte a "Parigi in poltrona (3a parte)."

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  1. Questo post conclude splendidamente la tua trilogia dedicata a Parigi: bravissima Elena! Ho adorato I segreti di Parigi (in particolare la sezione che hai citato) e sono fresca fresca di lettura di Chéri, quindi un po’ di atmosfera parigina c’è anche sul mio comodino da lettura. Resta anche a me il rimpianto di non poter condividere un vassoio di macarons. Buon week-end ❤

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  2. Hai fatto benissimo Elena a consigliare dei titoli nuovi per conoscere il lato più oscuro di Parigi. In quanto ,quelli più noti, credo li abbiamo letti tutti!!

    Anche la Fata Carabina ho letto. E ti ringrazio per averla nominata perchè è un amore!!

    Invece dal libro del profumo, credo c’abbiano fatto un film che ho visto qualche anno fa. Non mi ha entusiasmato perchè è molto cupo. Ma di solito le trasposizioni dai libri allo schermo, non sempre risultano bene.

    Mi piace molto quest’aria misteriosa parigina… metterò in lista anche quei libri!!

    Grazie per questi preziosi consigli. Ora non resta che attendere i responsi del tuo viaggio a Parigi!!!

    Ciao e buona festa dell’Immacolata!!!! ❤

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    1. Ciao, grazie per questo commento! A proposito del libro di Suskind è uscito il film nel 2006, ma io non l’ho visto proprio perché, essendomi piaciuto molto il libro, il rischio di una delusione era quasi certo (come spesso succede in questi casi). Prima o poi mi deciderò a rimediare, anche perché pare che fotografia, scenografia e costumi fossero splendidi (a quanto mi hanno detto alcuni amici che invece l’hanno visto); in ogni caso, non è una storia per persone particolarmente sensibili. Spero che i miei consigli siano stati utili e … a presto! Elena

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  3. Dopo aver letto tutto con molta curiosità, arrivo in fondo e tu mi dici che ti dispiace non condividere con me i tuoi macarons…. e la tisana di liquirizia che io adoro ???? Ma Elena sei cattiva!…. vabbè per questa volta ti perdono….. solo perchè non siamo vicine di casa…. 🙂

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  4. Un post a dir poco meraviglioso…Parigi è, anche per me, la città del cuore. La amo di un amore smisurato, non so nemmeno io perché. “Guida triste di Parigi” sarà il regalo di Natale che mi farò! Grazie grazie e ancora grazie per avermi fatto scoprire questa autentica perla!

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    1. Ti capisco, l’amore per Parigi è qualcosa che condividiamo … e neppure io so il perché! Ci sono momenti in cui penso con nostalgia anche a dettagli tutt’altro che poetici: per esempio i sedili di velluto in metro impregnati dell’odore di burro fritto … e poi mi ricordo anche delle poesie appese al di sopra e … niente da fare, ci ricasco all’istante! Del resto, il vero amore non può che essere cieco! Ciao, a presto

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