Serramonacesca è un piccolissimo paese nascosto nel Parco della Majella, in Abruzzo, in fondo a una strada tutta curve che passa tra boschi e calanchi. È un paese come ce ne sono tanti arrampicati sull’Appennino, perlopiù sconosciuto a chi non è originario di quei luoghi o non è un appassionato scopritore di antichi borghi: la piazzetta con la chiesa e il Bar dello Sport, un paio di botteghe, le case sull’attenti lungo la via Roma con le sedie di legno per le chiacchiere accanto agli usci e laggiù in fondo, circondata dai cipressi, una bellissima badia bianca.
Un paese come tanti, dicevo, ma fatto sta che la notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre, le anime dei morti (e anche quelle dei vivi) tutti gli anni scelgono proprio questo angolo di mondo per riunirsi a banchettare e bere vino!
Eh sì, perché mentre i bambini, come vuole la tradizione, bussano alle porte portando con sé le loro checocce (zucche) illuminate in cerca di dolci e caramelle, i grandi stanno già accendendo la fucanne (un grande falò) e sistemando i tavoli per gustarsi tutte le ghiottonerie del caso: castagne arrostite, pecorino, salsicce (rigorosamente piccanti), pizza bianca fritta o con la mortadella, carne alla brace e, ovviamente, dolci a base di zucca.
Dopo cena, artisti di strada e cantastorie concludono la serata raccontando leggende paurose e storie di streghe (le fattarelle del titolo di questo post) e, tra l’atmosfera e il vino cotto, è davvero difficile non lasciarsi suggestionare!
Bisogna dire che questa tradizione è cominciata così tanti anni fa che nessuno si ricorda più quando o perché, l’unica cosa certa è che i bambini di questo piccolo borgo, bussando, alla domanda “chi è?” da sempre rispondono in coro: “l’aneme de le morte!” …
e tutto ben prima che qualcuno, da queste parti, iniziasse a parlare di Halloween!
Il mio contributo alla Festa della Zucca (a distanza, purtroppo) sono dei semplici ma golosi spaghetti di zucca alla chitarra conditi con funghi cardoncelli trifolati, magari proprio quelli che i fitti boschi alle pendici della Majella regalano ad ogni passeggiata: adesso mi mancano solo matterello, zinàle, pochi ingredienti e … tu sei pronto per prepararli insieme a me?
Ingredienti per 3 persone.
- 150 grammi di polpa di zucca
- 150 grammi di farina 00
- 150 grammi di semola rimacinata di grano duro
- 2 uova di media grandezza
- 1 pizzico di sale
- funghi; io ho scelto 3 cardarelle grandi (funghi molto diffusi in Italia centrale, detti anche cardoncelli) e qualche chiodino, ma se ci sono dei boschi vicino a casa tua … quello che ti offrono andrà benissimo!
- 1/2 spicchio d’aglio
- prezzemolo
- olio extravergine d’oliva
- sale e pepe

Preparazione.
- Per prima cosa metti a cuocere in forno la polpa di zucca, tagliata a pezzi; 10 minuti a 180° C sono sufficienti, la zucca deve diventare morbida senza abbrustolire.
- Adesso la pasta. Forma la classica fontana sulla spianatoia di legno e poi rompi le uova al centro; aggiungi la zucca ben schiacciata con i rebbi di una forchetta e un pizzico di sale.
- Inizia sbattendo le uova con la forchetta, mescolandole man mano alla farina intorno, e dopo impasta, più a lungo possibile! In una prima fase puoi anche usare una planetaria, ma secondo me niente può sostituire del tutto la lavorazione manuale, durante la quale l’impasto assorbe il calore delle mani. Lascia poi riposare l’impasto sulla spianatoia sotto una ciotola di terracotta capovolta (o avvolgilo con la pellicola trasparente) per circa 1 ora.
- Messa da parte la pasta, puoi preparare il condimento. Affetta per il lungo i funghi, creando delle fette corpose di 3 o 4 mm di spessore, che andranno semplicemente a rosolare in una padella antiaderente con poco olio d’oliva e l’aglio in camicia schiacciato. Lascia il fuoco al minimo e copri con un coperchio per circa 10-15 minuti.
- A cottura ultimata, spegni il fuoco, elimina l’aglio e aggiungi qualche foglia di prezzemolo e un pizzico di sale: questo semplicissimo condimento è già pronto!
© Elena Palombo per La Casetta del Merlo - Metti ora a scaldare una pentola capiente piena d’acqua salata e intanto stendi l’impasto. Puoi usare il matterello o la macchina per tirare la sfoglia; in ogni caso la sfoglia deve avere uno spessore di un paio di mm, perché questa sarà la misura del lato degli spaghetti alla chitarra. In alternativa, se non hai lo strumento necessario, potrai fare degli altrettanto deliziosi tagliolini.
- Tuffa gli spaghetti nell’acqua bollente e aspetta circa 5 minuti da quando vengono a galla, poi scolali e condisci semplicemente saltandoli in padella con i funghi trifolati; se necessario, puoi aggiungere ancora un po’ di olio d’oliva.

Un’ultima spruzzata di pepe e poi … chissà se piaceranno, alle anime che la sera del 31 vagheranno pe le ruve in cerca di golosità, i miei spaghetti alla chitarra …
Elena
La Casetta del Merlo, 31 ottobre 2019
Piaceranno di sicuro! 😍
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Che bellissimo nonché eccezionale piatto mia cara Elena! Complimenti per tutto, per il racconto dettagliato, per le foto fantastiche e per il piatto una vera ghiottoneria!!! Brava brava !! Anche far conoscere queste belle storie tutte italiane in mezzo a tanto ma tanto ma tanto rincitrullimento (si dice così) della gente che festeggia solo perché la moda dice di farlo!! Le nostre tradizioni esistono ancora!!!
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Ciao Alessia! Posso dirti che in Abruzzo le tradizioni legate al giorno di Ognissanti e al ricordo dei defunti sono piuttosto numerose, e risalgono ad epoche in cui nei piccoli paesi dell’entroterra si parlava ancora quasi esclusivamente in dialetto (tantomeno in inglese).
È affascinante, secondo me, scoprire queste usanze 🙂
Un abbraccio!
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Altrochè! Molto più che affascinante! Stupendo davvero e stupendo anche il tuo rimandare a parole dialettali ! Grazie di cuore!
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Grazie a te! Era il dialetto dei miei nonni paterni, ogni tanto mi torna in mente qualche parola 😉
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Certo che devi essere qualche strega della cucina con i tuoi funghi cardoncelli che quasi mi hai dato voglia di un piatto con della zucca dentro! 😉
Bonjour Elena du pays des fées,
Alex
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Be’, non sei il primo a darmi della strega, sai? 😄 Grazie per il complimento, ciao Alex
Ps: adoro la zucca e anche i gatti, le scope volanti, andare a raccogliere le ortiche …
https://lacasettadelmerlo.wordpress.com/2018/08/06/nella-marmitta-della-strega-i-gnocchetti-alle-ortiche-con-guanciale-croccante/
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Anche io ho apprezzato molto questo post! Mi piace che tu abbia inserito la tua grande passione per la cucina nel racconti di antiche tradizioni locali. Il piatto poi sembra veramente squisito, peccato che io sia una frana nel cucinare 😉
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Grazie di cuore! Senza fare la pasta fresca, puoi preparare questi funghi come condimento con una pasta pronta: prova, è davvero semplice! Buona giornata, Elena
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Foto eccellenti per un piatto fantastico!
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Grazie 😄😋
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Alle anime non lo so , a me decisamente si piacerà questo piatto fantastico! Così come mi è piaciuto il racconto e le atmosfere speciali di questo borgo!!! ❤
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Grazie Vitty! Qui a casa è piaciuto molto 🙂 Buon fine settimana
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Très jolie photo d’une assiette qui fait drôlement envie 😋😋😋
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Merci beaucoup et … à bientôt avec les gourmandises à venir! Une bonne soirée
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che bel post..racconti le tradizioni di un borgo che trovo sempre molto interessanti con tanto di foto, è un viaggiare dietro al monitor!!
Gli spaghetti li trovo gustosi….mi metto ai fornelli e ci provo!!
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Grazie per i complimenti! Buona giornata, Elena
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I tuoi spaghetti di zucca alla chitarra, conditi con funghi cardoncelli trifolati, devono essere una delizia, molto molto invitanti! 🙂 🙂 🙂
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Grazie 😊
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