C’era una volta …
una fata.
Viveva a Pontboset, un paesino della scoscesa Valle di Champorcher, dove qualche abitante più anziano ancora racconta di averla incontrata … durante la messa domenicale.
Eh sì, perché era proprio mentre il campanile spandeva le sue note tra il Sanctus e la Comunione che la fata, forse un po’ invidiosa dell’attenzione che i pontbosards riservavano alla funzione, scendeva lungo il torrente Ayasse per andare a pettinarsi i lunghissimi capelli biondi, seduta sulle rocce soffici di muschio.
Si fermava giusto il tempo della preghiera e, non appena le campane si zittivano, scompariva nuovamente tra i fitti tronchi senza lasciare traccia, senonché … qualche fedele un po’ più tiepido che se la batte durante la Comunione c’è sempre stato (del resto “il profumo d’incenso fa pizzicare il naso”, come diceva la mia bisnonna) e così è stato che la bella fata di Pontboset è stata scoperta ed è diventata la protagonista della favola più raccontata nella zona dell’orrido del Ratus.
Pochi giorni fa, in una domenica mattina d’autunno, sono tornata in quei boschi e posso assicurare che l’atmosfera sembrava perfetta: le campane nella nebbia, il gorgoglio del torrente e l’odore del muschio, i sentieri in ombra e le foglie cadute a fare da tappeto … però la fata non l’ho vista …
Pierre-Louis Vescoz, uno dei primi geografi della Valle d’Aosta, nel 1870 descriveva così la natura e le frazioni più alte di Hône e Pontboset:
“Un torrent qui saute d’un abîme dans un autre; des pentes escarpées de part et d’autre; des maisons suspendues sur des bancs des rocher, où l’on n’arrive que par des sentiers à escaliers”.
Nulla è cambiato, da allora, e a Pontboset il torrente Ayasse e i suoi affluenti, con gli antichi ponti in pietra sospesi in equilibrio sopra l’orrido, sono ancora oggi i protagonisti di questo strano, tenebroso e suggestivo paesaggio.

Elena
La Casetta del Merlo, novembre 2019
Solo a me vien voglia di correre a viverci?
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A me sinceramente no, Celia! Per una passeggiata nei boschi (magari a raccogliere funghi e castagne) è un luogo suggestivo, ma viverci… 🙄
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Aha, è che io adoro queste atmosfere da tregenda ❤ 😉
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Bellissimo paesaggio😊😊😊
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Grazie Maria 😊 Ciao, un saluto!
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Ciao, io ci vivo , e se vuoi vivere nella natura e cerchi la tranquillità, è il posto ideale. Certo, che per molte cose bisogna adeguarsi, come tutti i paesini di mezza montagna.
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Ma che bello, chissà se qualche volta ci siamo incrociate, lungo uno dei sentieri che costeggiano il torrente 🙂
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Veramente pittoresco il paesaggio…
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Un po’ cupo, ma molto suggestivo!
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Io rischio niente perché solo a guardare i tuoi scatti, ho già le orecchie tappate. Ma ti dico che sei stata fortunata di non vederla questa fata perché le fate che si pettinano i capelli biondi in riva ai fiumi, in realtà, sono delle sirene…
Bonjour Elena,
Alex
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Veramente Pontboset si trova a meno di 800 mt di altitudine, ma la valle è talmente scoscesa che in foto dà l’impressione di trovarsi molto più in alto … quindi non saresti immune neppure tu 🙂 Ciao, buon weekend
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Che scatti stupendi Elena! E’ un paesino davvero molto suggestivo! Cosa darei per poter passeggiare in quei boschi e incontrare la fata!!!!! E mi farei portare nella sua casetta nel bosco, chissà che incanto sarebbe!
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Non so Alessia…queste fate di solito sono belle, ma malvage e non vorrei ritrovarmi nella situazione di Hansel e Gretel (la favola che più mi terrorizzava da piccola, e puoi immaginare come mai 😋😬).
Ciao, buona domenica!
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Eh ma Elena sai che temo che questa povera fata ha tutto da perdere nell’ospitarmi? Son più strega io che lei fata 😂😂
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Allora posso stare tranquilla 😉
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Articolo molto interessante! Se si guarda bene l’ultima foto, si può vedere un po’ la fata: sta sul ponte, con uno zaino rosso e nero!
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È proprio lei 😆! Grazie per essere passato a trovarmi e a presto
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Prego! Adoro leggere i tuoi articoli!
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😊
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Adoro questo genere di paesaggi, soprattutto perché è il risultato del mutamento delle stagioni! 🙂
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È un paesaggio un tantino troppo freddo e umido, per i miei gusti, ma molto fascinoso … a piccole dosi 😉
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Sì, concordo, a me piace la varietà nelle condizioni climatiche 🙂
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Bellissima! Ma sarà stato il mio “tiepido credente” ad immortalata?!… 🙄😉
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Chi può mai dirlo, Elena carissima
😉
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L’ha ripubblicato su argomentivari.
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felice di ritrovare qui da te le atmosfere trasognate che ho percepito anch’io camminando su quei ponti di pietra, dalla meravigliosa architettura, e guardando da lì i tanti scorci del torrente, le sue cascatelle e le piccole oasi di acqua più tranquilla. In effetti nessuna meraviglia a incontrare una fata in quei luoghi appartati e stupendi.
ml
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Grazie per il tuo commento, è bello sapere che abbiamo esplorato quegli stessi sentieri! Buona serata, Elena
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Bellissime foto e storia 🙂
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Grazie e benvenuto nella Casetta del Merlo!
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Grazie 🙂
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Ma è meraviglioso! Se fossi un regista ci ambienterei un’intera saga!
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Tanto tetro quanto fascinoso 🙂
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