Respirer Paris, cela conserve l’âme. (Victor Hugo)
Respirare, ma anche osservare, toccare, ascoltare … Hai mai ascoltato il suono della pioggia sui tetti di zinco all’alba di una giornata grigia, a Parigi?
Parigi deve i suoi tetti unici e seducenti, multiforme mosaico di zinco e di ardesia che la luce del giorno arricchisce di cangianti sfumature, a due personaggi: Daniel Dony, chimico belga, e Georges Eugène Haussmann, il prefetto noto per aver stravolto i lineamenti dell’intera città secondo il volere di Napoleone III (1852 – 1870).
L’esigenza di un rinnovamento così radicale nasce perché a metà del 1800 l’antica città medioevale, un dedalo di viuzze sulle quali si stringevano case a graticcio quasi sempre fatiscenti e prive di rete idrica e servizi igienici, era un «perenne focolaio di epidemie e insurrezioni», ovvero quanto di meno adatto si potesse immaginare per accogliere le migliaia di contadini che in quel periodo, allettate dal salario sicuro che offrivano le nuove fabbriche cittadine, decisero di trasferirsi dalle campagne con le loro famiglie.
Una delle soluzioni del barone Haussmann all’emergenza che si era creata riguarda proprio … i tetti! Fu così che i proprietari degli immobili che si affacciavano sui nuovi boulevards si videro offrire la ghiotta opportunità di aumentare la superficie abitabile degli alloggi, trasformando tutti i solai in abitazioni vere e proprie da poter dare in affitto agli operai. Senza dubbio un’idea geniale, ma il timore era che i palazzi non reggessero sotto il peso dei muri aggiunti e dei tetti in cotto o in ardesia
e qui entra in scena il signor Daniel Dony. Il chimico mise a punto un processo di lavorazione dello zinco che permetteva di avere un materiale impermeabile, duttile e soprattutto leggero: insomma, proprio quello che serviva! Le mansarde, diventate un luogo salubre ed affascinante, vennero abbandonate dai più poveri e dai bohémiens per accogliere prima i lavoratori e poi, con il passare dei decenni, sempre più intellettuali e coppie in cerca di romanticismo.
Mi piace molto andare alla scoperta dell’origine dei dettagli che rendono la mia città del cuore così unica, ma ora sento l’esigenza di immergermi nelle sue atmosfere, con un tuffo nel passato e nella musica: vuoi venire con me? …
A Parigi è inverno, siamo nel 1830.
In soffitta.
Ampia finestra dalla quale si scorge una distesa di tetti coperti di neve. A sinistra, un camino. Una tavola, un letto, un armadietto, una piccola libreria, quattro sedie, un cavalletto da pittore con una tela sbozzata ed uno sgabello: libri sparsi, molti fasci di carte, due candelieri. Uscio nel mezzo, altro a sinistra.
Rodolfo
(volgendosi un poco)
Nei cieli bigi
guardo fumar dai mille
comignoli Parigi
(additando il camino senza fuoco)
e penso a quel poltrone
di un vecchio caminetto ingannatore
che vive in ozio come un gran signore.da La Bohème di Giacomo Puccini, quadro I
I tetti di Parigi, bigi come il cielo con i loro mille comignoli a far da fumose sentinelle, sono uno dei particolari che mi hanno fatta innamorare di Parigi (lo avevi capito, vero?)
e credo che la stessa cosa sia capitata anche a Giacomo Puccini! Del resto, come avrebbe potuto scrivere una tra le sue opere più famose senza questa incantevole scenografia, immancabile sfondo della “vita gaia e terribile” di ogni fascinoso bohémien?!
Immaginando di vestire i poveri panni di Rodolfo (infreddolito poeta) e sperando di non fare la triste fine di Mimì (bella e dolce ricamatrice che, non serve dirlo, vive in una soffitta vicina) oggi vorrei scoprire alcuni tra gli scorci più belli su quei tetti che, ne sono sicura, continueranno ad ispirare scrittori, pittori, musicisti e anche tanti che, come me, non chiedono altro se non respirare Parigi.
E infine ti lascio con questa foto, per me la più bella: l’ho scattata dalla finestra della piccola mansarda che mi ha accolta durante il mio ultimo viaggio a Parigi, dopo essermi emozionata ancora una volta ascoltando il suono della pioggia sui tetti di zinco, all’alba di una giornata grigia.
Elena
La Casetta del Merlo, giugno 2019
Curiosità.
La Bohème di Giacomo Puccini è ispirata al romanzo Scènes de la vie de bohème di Henri Murger (1851), ambientato nel Quartiere Latino di Parigi (tra il V e il VI arrondissement); io l’ho scoperto con molto piacere, ancora oggi le atmosfere che evoca sono decisamente suggestive.
Se invece non conosci l’opera di Puccini, ma ti incuriosisce, puoi averne un assaggio con il Valzer di Musetta (tratto dal II quadro) che anch’io, da non esperta di musica classica e lirica, ho potuto conoscere grazie a questo post di Cap’s Blog: grazie Claudio!
Ci hai regalato un risveglio romantico! Una Parigi insolita, molto bohémien, grazie!!!
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Grazie! Ti auguro una buona giornata, con un pochino di Parigi nel cuore.
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Complimenti: un bel post che evoca un’atmosfera unica! Davvero una delle migliori capitali del mondo! Il quadro della Boheme che hai citato lo cantava sempre mio padre. Vedo con piacere che lo hai pubblicato davvero. Che gioia!
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Che bello aver risvegliato i tuoi ricordi, grazie davvero per questo commento! Un abbraccio, Elena
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Grazie a te, Elena 🙂
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Che meraviglia, grazie 🗼❤
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Ma grazie a te Daniela 🙂
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A questo punto, se me lo permetti, aggiungerei anche
🙂
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Ma certo, grazie infinite per questo contributo che arricchisce il mio post! Ciao Claudio, buona giornata 🙂
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Oh, perbacco, non è quello il video che volevo mettere… Scusami, devo aver fatto un pasticcio con il copia&incolla (stamattina ho preparato un po’ di articoli futuri del mio blog). In realtà credevo di aver messo la scena finale della Vie parisienne di Offenbach:
Non me ne sono accorto subito perché il commento è finito nella coda di approvazione e così la clip non era visibile. Scusa ancora.
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Be’, comunque mi è sembrato a tema (mi piace scoprire tutto ciò che riguarda Parigi), lo lascio volentieri! 😉 Certo è che il secondo brano che hai messo è decisamente più allegro rispetto alle opere di Puccini e Verdi, incantevoli ma tanto melanconiche. Ciao Claudio
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A tema non tanto perché Alfredo e Violetta cantano “Parigi, o cara/caro, noi lasceremo”, che è l’esatto contrario di quello che tutti noi parisiofili vorremmo fare…
Comunque grazie della comprensione 🙂
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D’accordo di ascoltare il suono della pioggia, all’alba, sui tetti di zinco di Parigi, ma le finestre chiuse e il riscaldamento acceso, altrimenti fai la fine della protagonista di Puccini! 😉
Alex
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Hai ragione, povera Mimì! Ciao 🙂
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Grazie Elena per questo post così bello! Anche Parigi è la mia città del cuore, e la seconda volta che sono stata lì, per festeggiare i miei 40 anni, abbiamo scovato un hotel delizioso la cui camera aveva una vista meraviglisiosa: i tetti! Quei tetti bigi con i loro mille comignoli, a farmi immaginare di Rodolfo e Mimì. Eh sì, anche io amo la Boheme. Questo post mi ha fatto sognare per cinque minuti, grazie perchè oggi ne avevo proprio bisogno….
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Cara Paola, grazie a te! Per ora la parte più piacevole della mia giornata è stata leggere i vostri commenti sul post 😉 … Spero non sia niente di grave e ti mando un grande abbraccio, a presto Elena
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Molto bello questo post Elena! Comprendo e capisco il tuo amore spassionato per Parigi, è tangibile e traspare in ogni post che pubblichi su questa città. Brava! Grazie!!
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Grazie a te, che mi leggi sempre; a volte con Parigi temo di essere troppo monotematica e noiosa, ma non posso farci niente … sono post che scrivo per necessità, come se fossero pagine di un diario in cui fissare i pensieri e i ricordi. Ciao!
p.s. Alessia, ma mancano solo due giorni al gran finale! Io non sono una sportiva, ma immagino la tensione a casa tua … Tutto il possibile è già incrociato a dovere 😉
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Cara Elena, talmente è alta l’agitazione che nemmeno ho visto questo tuo commento ! 🤦♀ Comunque… per il tuo post posso solo dire che trasmetti un amore profondo per Parigi, ed è bellissima questa cosa, si capisce che ti ha dato molto quella tua parte di vita e fai benissimo a scriverne! fallo, tutte le volte, non sei per niente noiosa, anzi al contrario è stupendo leggerti!! Per la partita di domani, la più tesa sono io… non so perchè… il rugby è uno sport davvero duro, faticoso, devi amarlo da subito altrimenti non potresti mai giocarci. Sei sempre in terra a mangiare polvere, devi fermare l’avversario placcandolo con tutta la forza che hai in corpo ma sempre senza MAI fargli male…. capisci come questo è difficile ??? C’è un rispetto pazzesco per ogni cosa in campo, rispetto di te stesso, dei tuoi compagni, dell’avversario, dell’arbitro, dell’allenatore, del campo, della palla, dei tifosi. Domani questi piccoli uomini, che hanno iniziato insieme quasi 9 anni fa oramai… si giocano la loro prima finale di una coppa meritatissima, per il sudore, la fatica e la bellissima amicizia che hanno tra loro… Eh si sono molto agitata!!! Ma comunque vada, loro hanno già vinto !! Baci e grazie per gli incroci !!!
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Ma che bell’articolo.
Buon pomeriggio a te
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Grazie infinite Luisa 😊
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Che belle atmosfere hai evocato , Elena!!! Amo vedere i tetti dalle finestre, e quelli di Parigi sono vera poesia!!!! Non sono mai entrata in una di quelle ” soffitte ” ma è proprio la’ che vorrei abitare, almeno per il tempo di una vacanza, se potessi tornare in quella meravigliosa città.
In quanto alla Boheme posso dire che è la mia opera preferita. La vidi dal vivo due anni fa a Torre del Lago, proprio nelle vicinanze della casa di Puccini. Fu un evento che mi prese il cuore! Piansi per tutta la prima parte…
Grazie per questi voli di immaginazione e sentimento che sai suscitare con le tue parole. Un abbraccione!!!! Ciao!!! ❤
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Caspita Vitty, grazie mille … che botta di autostima!!! Adesso camminerò a qualche metro dal suolo fino a sera 😉 Ricambio l’abbraccio! A presto, Elena
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Un bellissimo post, grazie
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Grazie a te, mi fa molto piacere che ti sia piaciuto! Buon weekend 🙂
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Un post molto carino! I tetti di Parigi ispirano inevitabilmente del romanticismo e ci fanno rivivere quanto sentito da generazioni di artisti. Purtroppo mi sembra di non poter più vedere il tuo blog sul mio reader di WordPress! Lo hai spostato da qualche altra parte?
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Grazie davvero, sono felice che il post ti sia piaciuto! Riguardo il blog io non ho modificato nulla, ma so che con WordPress capita piuttosto di frequente 😦
Io proverei ad annullare e poi effettuare nuovamente l’iscrizione oppure, se vuoi, puoi seguirmi tramite email. Essendo molto poco “tecnologica” non so dirti di più …
Ciao Enzo, a presto!
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Adesso ti vedo di nuovo, stranezze della tecnologia!
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Già 🙂
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Post romantico, come romantici i tetti di Parigi… città visitata anni fa e che mi è rimasta nel cuore.
Grazie Elena, perchè ho vissuto di nuovo momenti magici…
Un abbraccio!
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Buongiorno Mary 🙂
I tetti mi hanno sempre affascinata: i primi sono stati quelli di antichi coppi, un po’ malmessi, che si trovano in centro Italia, e poi quelli in pietra ricoperti di muschio di certe case di montagna. I tetti di Parigi hanno un fascino tutto loro; la prima volta che ho sentito il suono della pioggia che batte sulla lamiera ero nella mansarda di un ostello, avevo 17 anni e non l’ho più dimenticato.
A presto cara, è sempre un piacere quando passi a trovarmi!
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L’ha ribloggato su Alchimie.
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Oh che bella Parigi!! Io ho trovato molte somiglianze tra l’architettura parigina e quella delle grandi città est europee, come Praga e Lubiana, soprattutto somiglianze nei tetti!
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Bellissima ! E Praga e’ gia’ nella mia lista “cose belle da fare” 😉… Ciao, grazie per essere passata
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Merita tantissimo, fidati!
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❤
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Bellissimo, approfondito e originale! Se torno a Parigi mi studio i tuoi post 🙂
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Ma grazie, che soddisfazione ❤
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Non sono mai stata a Parigi, ma leggendo il tuo bellissimo articolo sono riuscita a cogliere il calore e la bellezza che la pervade. 🙂 🙂 🙂
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Amo Parigi, l’unico luogo in cui potrei vivere oltre all’Italia, forse 🙂 Grazie per aver partecipato a questa passeggiata sui tetti!
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Come mi piacerebbe andare a Parigi… 🙂
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Se ti fa piacere, contattami tranquillamente per qualche dritta 🙂 Purtroppo anch’io dovrò aspettare almeno un anno per riuscire a tornare!
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…bel post, merci. Sono passati forse troppi anni da quando non ci sono stato. La prima volta… ho avuto un po di culo. Avevo lasciato la mia ragazza nella citta per un impegno in Svizzera. Era Giugno. Finito, ho preso il TGV per tornare su. Sceso dal treno… sentivo musica. E ancora musica, diversa, di la. E ancora musica di tutti i tipi mentre tornavo al appartamentino, vicino al beaubourg – spontanea, musicisti di vari colori e forme che si radunava per giocare suonando. (Era la fete de la musique, ma non sapevamo, durata tutta la notte….)
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Parigi sa sempre sorprendere, fa parte della sua magia 🙂 Grazie a te per aver condiviso i tuoi ricordi!
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Questo posto (e questo post) è molto bello.
Sto tornando nel mondo dei blog e, se ci resto con costanza come spero, passerò di qui molto spesso 🙂
Sono stata a Parigi da meno di un anno, abbastanza alla sprovvista e, se non avessi ammirato per caso e per fortuna (sono capitata in una soffittina!) le stesse cose su cui poni l’attenzione, ci andrei apposta puntando proprio a quelle dopo questo post 🙂
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Benvenuta e grazie di cuore per i complimenti! Scusa se ti rispondo solo ora, ma in questo periodo il blog è in pausa causa lavoro … Ti aspetto a settembre 🙂
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Adoro i tetti di Parigi…. Sono così particolari e unici.
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Grazie per il tuo commento, è sempre un piacere “incontrare” persone con cui condividere le proprie passioni (o, come in questo caso, un vero colpo di fulmine 😉 ) Un saluto, Elena
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Parigi e’ sempre Parigi
sweet memories 🔝💖
“The Tenant” 1976 by Roman Polanski
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Grazie per la citazione e benvenuto nella Casetta del Merlo! A presto, Elena
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Grazie Elena (non colgo la citazione) ho solo scritto ciò che penso anyway grazie per avermi accolto . A presto
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“The Tenant” 🙂
anche se la nostra mansardina non era inquietante come l’alloggio del protagonista di Polanski, per fortuna! Buona giornata
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anche a te buona giornata 🙋
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