Mi è sempre piaciuto andare in bicicletta.
Fin da piccola, quando un giorno mio papà decise che ero diventata troppo grande per le rotelle e anche per stare in piedi dietro di lui, in equilibrio sul portapacchi della vecchia Graziella bianca (il tutto senza casco, ovviamente: erano altri tempi). E proprio quel giorno, quando ho sentito la sua voce farsi sempre più lontana mentre diceva «Continua a pedalare, ti tengo ioooooooooo», è scoccata la scintilla!
Quella che ricordo con più emozione, tra i diversi esemplari che si sono susseguiti nel tempo, è stata la bicicletta color verde pisello del nonno Carlo. Si trattava di un curioso reperto anni ’40 o giù di lì, con canna regolamentare e delle ruote decisamente fuori formato (non solo rispetto a quella Graziella démodée, ma anche ad una bici da corsa per uomo contemporanea), che mi costringevano a saltar giù dal sellino tutte le volte che dovevo fermarmi, se volevo arrivare a toccare terra con i piedi … e quanto mi sono pentita in seguito per averla dipinta di rosso!
Attualmente la mia due ruote è una classica bicicletta da donna, senza canna e di un banale colore grigio-argento, ma il piacere che mi trasmette il suono della catena quando gira sotto la spinta dei pedali mentre il vento farcito di moscerini mi sbatte sulla fronte e spazza via i brutti pensieri è sempre lo stesso (e poi “banale” lo sarà fino a quando non mi deciderò a ridipingerla: indovina di quale colore?…)
Da quando abito in Valle d’Aosta vado in bici quasi esclusivamente per il piacere di pedalare (tentando, nel contempo, di contenere le ovvie conseguenze dei miei esperimenti in cucina) piuttosto che usarla come mezzo di trasporto come ho sempre fatto: le distanze a misura d’uomo del paese in cui vivo adesso rendono infatti più pratico andare a piedi. La mia meta preferita è un percorso vicino a casa, che si snoda lungo i pascoli fioriti che costeggiano la Dora, tra il castello di Fénis e il paese di Châtillon:
Se ti va di venire con me, il programma di oggi prevede un paio d’ore abbondanti di benefiche pedalate, compresa una sosta per la raccolta delle ortiche (ricorda di portare i guanti!) che mi serviranno per preparare per pranzo un buonissimo piatto, tipico della Valle d’Aosta:
IL RISOTTO CON LE ORTICHE, PATATE DI MONTAGNA E TOMA.
Ingredienti per 3 persone.
- 360 grammi di riso Carnaroli
- 100 grammi di ortiche (ma se durante la tua passeggiata incroci anche del tarassaco o degli spinaci selvatici … ben vengano, il tuo risotto sarà ancora più profumato)
- 300 grammi di patate di montagna
- 60 grammi di Toma di Gressoney o, se non la trovi, di una toma non molto stagionata (anche dei formaggi lombardi come bitto o casera, per esempio, sono perfetti)
- 1 litro circa di brodo vegetale
- scalogno
- 1 spicchio d’aglio
- qualche rametto di timo fresco e, se ti piace, anche qualche fiore (edibile!): arricchiranno il sapore e renderanno il tuo risotto bellissimo. Io ho scelto viole e boccioli di lavanda.
- 1/2 bicchiere di vino bianco secco e fermo
- 3 noci di burro
- olio extravergine d’oliva
- sale e pepe
Preparazione.
- Inizia dal brodo di verdure. Se vuoi, puoi prepararlo molto facilmente senza ricorrere al dado: prendi 2 carote, due gambi di sedano, 1 piccola cipolla e una foglia di alloro, aggiungi un cucchiaio di olio extravergine e un pizzico di sale, fai bollire tutto in acqua a fuoco basso con il coperchio per circa 40 minuti e … vedrai la differenza!
- Intanto accendi il forno a 200°C (in modalità statico) e, quando sarà caldo, metti a cuocere le patate con un filo d’olio d’oliva, sbucciate e tagliate a dadini di circa 1,5 cm per lato. Dovranno formare una sottile crosticina intorno, senza arrivare però ad arrostire; io le lascio circa 15 minuti.
- E adesso le ortiche! Sempre indossando i guanti, elimina i gambi e le foglie troppo grandi e dure e poi sciacqua le foglioline che hai selezionato sotto l’acqua corrente; avendole raccolte in un luogo lontano dalla strada o altre fonti di inquinamento non è necessario fare altro.
- In un pentolino d’acqua metti a cuocere le tue ortiche per 10 minuti, contati a partire dal bollore: una volta cotte non pungeranno più e potrai frullarle per farne una crema.
- A questo punto anche il brodo (che deve restare sempre sopra il fuoco) e le patate saranno pronti, quindi possiamo iniziare a preparare il risotto. In una casseruola antiaderente versa 2 cucchiai d’olio e una noce di burro con lo scalogno tagliato a fettine sottili e lo spicchio d’aglio schiacciato; quando iniziano a sfrigolare aggiungi il riso mescolandolo al condimento.
- Nel momento in cui la superficie dei chicchi di riso apparirà traslucida, elimina l’aglio e versa il vino bianco, lasciando che si asciughi completamente.
- Una volta evaporato il vino, aggiungi un pizzico di sale e il brodo di verdure, un mestolo alla volta: quando il primo mestolo di brodo è stato assorbito versa il secondo e così via, avendo cura che il riso sia sempre coperto da uno strato sottile di brodo.
- Dopo 10 minuti aggiungi la crema di ortiche e le patate a dadini e poi prosegui con la cottura, mescolando ogni tanto. Il riso cuoce in circa 15-18 minuti in totale, ma non fidarti: assaggialo di frequente perché basta un minuto di ritardo per ritrovarti un agglomerato monolitico al posto di un delizioso risotto!
- Quando i chicchi saranno quasi cotti (cioè solo con un puntino ancora duro al centro) spegni il fuoco e aggiungi il formaggio tagliato in scaglie sottili e le due noci di burro rimaste. Amalgama con cura e poi lascia riposare per un minuto o due, prima di mettere il risotto nei piatti.
Spolvera con il pepe macinato al momento, una pioggia profumata di timo e fiori colorati e … bon appétit!
Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta penso che per la razza umana ci sia ancora speranza. (Herbert George Wells)
Elena
La Casetta del Merlo, maggio 2019
nice food with good presentation!
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Thank you so much! Knowing that my recipes are traveling farther than I have ever done is strange and exciting 🙂
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Condivido con te il piacere della bici, Elena! Quanto al risotto con le ortiche…e’ sulla mia lista dei tentativi da fare. Buongiorno!
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Buongiorno a te! 🙂
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Vivi in un luogo incantevole, le tue foto mi trasmettono quell’odore buono…di pulito, che solo in montagna si sente! Il risotto fiorito poi… è la primavera nel piatto!
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Grazie per il tuo commento, questa è proprio la sensazione che volevo trasmettere! Buona giornata e a presto, Elena
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L’ha ribloggato su Alchimie.
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Buongiorno Marzia, sono molto felice che il mio risotto fiorito ti sia piaciuto: bon appétit! 🙂
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Eh ma che spettacolo Elena! Risposta: di rosso! O verde pisello come quella del nonno Carlo ora sono indecisa? 😉 tornando ai posti magnifici intorno a te non ho parole, solo una grandisssssssima invidia 😂 e arrivando al tuo risotto beh che dire, creativo, speciale, bellissimo da vedere e già so fantastico di sapore. Lo devo fare anche io!!!! Ciao 👋🏻
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Verde!!! Anche se un color lavanda comunque non mi spiacerebbe. Il risotto questa volta era davvero molto buono (merito delle ortiche ancora tenere, visto il clima fresco), mentre per quanto riguarda l’aspetto … nonostante il mio impegno, tu l’avresti fotografato molto meglio 😉 Ciao Alessia!
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Sei troppo autopunitiva mia cara Elena! A me le tue foto piacciono tantissimo, sono molto curate e i particolari li noto subito: il bigliettino, i boccioli di lavanda scappati via.. insomma hai il tuo stile che piace e appassiona, quindi brava Elena! E il colore verde pisello infatti…. ti sei pentita del rosso! quindi ahahah… che voglia di una bella pedalata!
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Ti ringrazio per l’incoraggiamento, sei gentile! Sai, oggi volevo proprio fare qualche pedalata qui intorno e invece: pioggia, vento e 10 gradi di temperatura … mah Ciao!
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ciao!!! Arrivo dal blog di Maria (Marzia). Che posto e che cibi e che cura !!! Complimenti 🙂
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Grazie, che gentile! Benvenuta nella Casetta del Merlo 🙂
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Beh ma grazie. Alla prossima allora 🙂
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Ho mangiato “crisantemo” e “dente di leone” in Pickles in Giappone, ma sapevo “Ortles” per la prima volta!! Mi interessa quello che sa 🤔😋
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Le ortiche (in english “nettles”) sono commestibili, ma bisogna raccogliere solo le foglie più piccole e più tenere, e poi farle bollire in acqua per almeno 10 minuti per eliminare l’effetto urticante. Io non sapevo che anche i crisantemi fossero edibili: grazie per il suggerimento! 🙂 A presto, Elena
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si.Elena
ありがとうございます😊
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E’ davvero piacevole leggerti, questa ricetta la trovo fantastica!
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Ma grazie, sei davvero gentile! Un saluto, Elena
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Che bello articolo da leggere, da guardare le tue bellissime fotografie e poi da cucinare. Come te, mi piace molto andare in bici. Grazie mille per questa ricetta che vado a fare presto.
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Merci à toi! Pour moi aussi ton blog est une belle source d’inspiration … à bientôt, Elena
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Un bel giretto seguito da un pasto delizioso, al palato (ne sono certa) e alla vista! Ottimo!👍
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Grazie infinite Anna. Mi piace molto preparare qualcosa di buono con ingredienti che in genere non vengono presi neppure in considerazione; una buona riuscita dà ancora più soddisfazione 🙂
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L’ho provato seguendoti passo,passo compresa la fase della raccolta delle ortiche e devo dire che è delizioso. Voglio andare a vedere le altre ricette e un po’ alla volta provare anche quelle. Grazie mille!
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Ma grazie a te!!! Sapere che ci sono persone che, oltre ad avere la pazienza di leggere, sperimentano le mie ricette mi riempie di autostima 😊 Un abbraccio e grazie ancora!
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Cucinare con calma mi piace e visto che sono in ferie, ne aprofittu finché posso, e qui da te ho trovato una ricchissima fonte di ricette che non possono non piacermi.
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Benvenuta e … grazie di cuore 🙂
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Che delizia
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Grazie mille! 🙂
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