Parigi in poltrona (2a parte).

Quando ci si innamora, se di una persona o di un luogo poco importa, spesso sono i dettagli che fanno scoccare la scintilla, e che mantengono viva quella fiammella nel tempo, incuranti  degli anni che si rincorrono.

Ed è proprio di quei dettagli che voglio andare alla riscoperta durante il mio prossimo viaggio a Parigi. Via dunque, senza rimpianti, la romantica ma poco originale cena in bateau-mouche o i luccicanti Champs Élysées dal mio itinerario, perché a farmi innamorare, tanto tempo fa, è stato … un grande mosaico di zinco e di ardesia!

Non ti parlerò adesso di come Parigi abbia avuto in dote una distesa di tetti così seducente e delle mie mete preferite per poterli ammirare (questo è un argomento che merita un post tutto suo), ma di un libro incantevole che conservo sul comodino, insieme a pochi altri, e che sfoglio quando la nostalgia si fa imperiosa oppure quando, come ora, manca poco al mio prossimo viaggio e mi immagino già lì, mentre leggo seduta in poltrona:

TETTI DI PARIGI acquerelli e disegni Fabrice Moireau – testi e poesie Carl Norac (Edizioni L’ippocampo)

Tetti di Parigi.

Quando guardo un acquerello di Fabrice Moireau vedo tutto quello che io non saprò mai fare: immergermi in ciò che amo,  assorbirlo fino a che non è parte di me, poi trasformarlo in qualcosa di nuovo e irripetibile e, infine, lasciarlo andare, in dono a chiunque voglia apprezzarlo.

E allora guardo i riflessi di luce che giocano sui tetti di zinco negli acquerelli di Moireau, e vorrei che sapesse di aver reso felice qualcuno.

Ogni acquerello è accompagnato da qualche riga di Norac, quindi in questa fredda giornata (fuori, in questo momento, scendono i primi fiocchi di neve della stagione) non mi resta altro che soffermarmi a scoprire con calma i minuziosi particolari dei disegni di Moireau, mentre leggendo colgo nuovi punti di vista.

Un passo più in su.

Si è fatto un gran parlare dei poeti nelle mansarde di Parigi. Per indicare un’indigenza passeggera. O la miseria. Nessuno però ha mai fatto notare che, nelle mansarde, il poeta stava semplicemente un po’ più vicino al cielo.

Carl Norac 

Ma Parigi, si sa, oltre che con arte e poesia fa rima anche con eleganza. E allora, una volta tanto, perché non divertirsi con qualcosa di un po’ più frivolo e andare alla scoperta dei segreti che rendono così chic, oltre alla città, anche tante donne parigine… e magari provare ad imitarle? (per inciso: chiedo scusa ai signori uomini che seguono il mio blog, ovviamente non è a loro che consiglio la lettura di questo libro delizioso, ma decisamente femminile)

LA PARIGINA Guida allo chic di Ines de la Fressange e Sophie Gachet (L’ippocampo)

La-Parigina-Guida-allo-chic-lacasettadelmerlo.wordpress.comInes de la Fressange (ex modella e icona dell’eleganza francese) e Sophie Gachet (giornalista di moda di Elle) hanno scritto questo simpaticissimo prontuario che non dovrebbe proprio mancare nella libreria, o nell’armadio, di qualsiasi donna che sia in vena di volersi bene: io devo ammettere che qualcosina ho anche tentato di metterla in pratica, con discreti risultati!

Dal capitolo Il DNA della Parigina:

Non udrete mai una parigina lamentarsi della gonna troppo corta, di un vestito troppo stretto o dei tacchi troppo alti perché “il segreto dello stile sta nel sentirsi a proprio agio nei vestiti”.  […] Se non vi sentite a vostro agio nel maglioncino troppo scollato, su dei tacchi vertiginosi o nei pantaloni troppo aderenti… andate a cambiarvi!

La-Parigina-Guida-allo-chic-lacasettadelmerlo.wordpress.comSembrerebbero consigli scontati e anche un po’ banali, non è vero?

Ma allora perché, mi chiedo, certe trasmissioni televisive nostrane nelle quali personaggi irreali che si definiscono dei guru del buon gusto vorrebbero obbligarmi a indossare solo tacchi 12 e vestitini frufru al posto dei miei jeans preferiti (lo stesso modello, taglia a parte, mi calza a pennello da oltre vent’anni) e di un paio di comode Converse? E soprattutto: perché prima di rendermi conto della situazione ne ho seguito ben più di una puntata?…

Al di là di tutto, il libro è davvero divertente (anche grazie ai buffi disegni di Ines) e ricco di spunti che chiunque può mettere in pratica, sia nella scelta dell’abbigliamento, sia riguardo altri temi come l’arredo della casa o i luoghi insoliti da visitare a Parigi in una giornata dedicata a se stesse. E allora: buon divertimento!

A questo punto, dato che un libro tira l’altro,  la prossima lettura che ti consiglio non può che riguardare l’affascinante mondo della moda. Si tratta della biografia di una donna che ammiro molto:

COCO CHANEL di Henry Gidel (Ed. Lindau)

Saumur, 19 agosto 1883. Le quattro del pomeriggio. Una donna giovanissima cammina in fretta verso il portone dell’ospizio generale, sormontato da un frontone triangolare di foggia antica. Ha appena vent’anni, e mostra i chiari sintomi di un’avanzata gravidanza. […] Al suono della campana una porta si apre, lasciando entrare la visitatrice discreta, la quale altri non è che Jeanne. Ha aspettato tanto che partorirà nell’ufficio accettazione, in mezzo alle suore della provvidenza alle quali è affidata la gestione dell’ospizio.

Gabrielle Chanel – ha soltanto un nome proprio – è nata.

Coco-Chanel-Henry-Gidel-lacasettadelmerlo.wordpress.comLe biografie di Mademoiselle Chanel sono innumerevoli, e devo dire che, nell’imbarazzo della scelta, sono stata fortunata a comprare proprio questo libro di Gidel. L’autore, a mio avviso, racconta le vicissitudini della protagonista  con un distacco che rende il suo punto di vista oggettivo e privo di pregiudizi e restituisce un ritratto molto complesso di questa donna, che nella vita ha avuto in sorte tanti alti e moltissimi bassi.

Estate 1938. Fin dai primi giorni di settembre Gabrielle decide [all’apice del successo] di chiudere i suoi ateliers. Tiene aperta solo la boutique di profumi e accessori. È una decisione che ha preso dall’oggi al domani. Licenzia quindi 2500 operaie. […] Più tardi spiegherà: «Non era tempo di vestiti. Avevo l’impressione che un’epoca stesse finendo e che non si sarebbe mai più parlato di moda»

Il contesto storico e sociale che fa da cornice alla narrazione emerge con prepotenza ad ogni passaggio: ogni episodio della vita di Gabrielle infatti, che sia accaduto per scelta o subito, è dettato dagli eventi di un periodo storico drammatico in cui la realizzazione di sé (e in alcune fasi la sopravvivenza stessa) era ben più di un’ambizioso progetto di vita. Nel brano che segue emerge il carattere di una Signora che, attraverso il suo lavoro, è riuscita a rivoluzionare il concetto stesso di femminilità, a favore delle donne.

Il 19 agosto 1953, Gabrielle entra nel settantunesimo anno di età. Sono passati 14 anni da quando ha chiuso la sua prestigiosa casa di moda. Vive sola, non ha più illusioni, ha perso tanti dei suoi amici e per molti il nome di Chanel evoca ormai solo un celebre profumo… Eppure è proprio al crepuscolo della sua esistenza […] che si prepara a lanciare al mondo una sorprendente sfida: riaprire la sua maison … e non certo per farle svolgere un ruolo marginale, o per riempire i giorni della sua vecchiaia, ma per restituirle tutto il lustro che aveva prima della guerra, tutto il suo prestigio internazionale.

Spero che fare la conoscenza di M.lle Gabrielle Chanel ti arricchisca così come è successo a me leggendo questa sua biografia, che ora però ripongo in libreria perché il bisogno di riprendere a sognare le mie prossime passeggiate parigine si sta facendo imperioso. Il prossimo libro che ti consiglio è infatti una guida scritta da una flâneuse d’eccellenza:

AVREMO SEMPRE PARIGI Passeggiate sentimentali in disordine alfabetico               Serena Dandini (Rizzoli)

Avremo-sempre-Parigi-Serena-Dandini-lacasettadelmerlo.wordpress.com

«È colpa di Parigi se le mie passeggiate sentimentali sono in disordine alfabetico. Sono troppe le suggestioni e le presenze che si aggirano per la città per mantenere fede a un dizionario canonico. Il vento del Nord, che in certe sere d’autunno diventa forte e dispettoso, mi coglie sempre di sorpresa scompigliandomi i pensieri e soprattutto le lettere». S. Dandini

Tutto, in questo libro, rispecchia il mio modo di godermi Parigi!

Innanzitutto una nota a proposito del termine flâneuse (al maschile flâneur). È stato diffuso da Charles Baudelaire e “indica il gentiluomo che vaga per le vie cittadine, provando emozioni nell’osservare il paesaggio” (la definizione è di Wikipedia); in italiano non esiste una traduzione che sia in grado di rendere lo stesso concetto, ma se io dovessi scegliere un sinonimo avrebbe senza dubbio a che fare con la parola felicità. E non esagero, perché poche cose mi rendono tanto felice quanto vagare per ore, senza meta, ma con tutti i sensi all’erta, per le vie della città più bella del mondo scoprendone, dietro le “luci della ribalta”, tutte quelle minuzie che la rendono ai miei occhi sempre più attraente e … un po’ più mia!

E allora, se ti va, lasciati guidare anche tu dall’autrice, che passeggiando disordinatamente accanto a te ti svelerà tanti luoghi suggestivi e nuovi aneddoti. I molti rimandi letterari e storici che accompagnano le sue descrizioni non fanno che rendere più scorrevole e ancora più interessante questo libro che, ovviamente, ti consiglio!

Concludo questo post, dedicato a te che hai letto fin qui, tornando laddove sono partita:

Paris-aquarelles-Fabrice-Moireau-lacasettadelmerlo.wordpress.com
Paris aquerelles – dessins Fabrice Moireau et textes Yves Simon (Les éditions du Pacifique)

Se il libro Tetti di Parigi ti ha incuriosito, sono certa che adorerai PARIS AQUERELLES!

Illustrato sempre da Fabrice Moireau e raccontato (in francese) da Yves Simon, è una raccolta di “ritratti” di Parigi, dipinti ad acquerello con la consueta eleganza che contraddistingue il disegnatore, suddivisi per arrondissement. Lo spirito del luogo traspare con immediatezza attraverso le incantevoli illustrazioni, ma anche dai testi, che con numerosi riferimenti contestualizzano le immagini permettendoci di sbirciare “sotto la superficie” e di apprezzare con più consapevolezza gli scorci che Parigi ci regala.

Così Yves Simon descrive Montmartre al mattino presto:

À l’heure où Paris s’éveille, Montmartre frémit à peine. Déjà les premiers touristes gravissent les escaliers de la Butte. Déjà les peintres du “village”, confiants dans ce jour neuf, se mettent en marche. Déjà le parfum du commerce s’insinue dans les rues étroites qui convergent vers la place du Tertre.

Io considero questo bellissimo libro anche un’originale guida, infatti non vedo l’ora di studiare un itinerario da seguire (con la mia copia sottobraccio) per ammirare dal vero le vedute che mi stanno chiamando dalle pagine aperte.

Per il momento, buona lettura e … al prossimo post!

Elena

La Casetta del Merlo, Novembre 2018

 

Marais, Parigi. https://lacasettadelmerlo.wordpress.com/2018/11/03/parigi-in-poltrona-1a-parte/
© Elena Palombo per La Casetta del Merlo

Suggerimento: Se questa passeggiata letteraria ti è piaciuta, penso che potresti apprezzare anche i posts Parigi in poltrona (1a parte) Parigi in poltrona (3a parte).

29 risposte a "Parigi in poltrona (2a parte)."

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  1. “Vedo tutto quello che io non saprò mai fare”.
    Sicura di non saperlo fare? 😉

    Sempre in cerca di immagini di Parigi – fotografie disegni dipinti descrizioni – con cui alimentare il ricordo della “città più prodigiosa del mondo” (Goscinny) quando ne siamo lontani… Probabilmente conosci già Édouard Cortès, uno che l’ha dipinta come pochi altri; qualche tempo fa avevo inserito alcune sue opere a illustrazione di una composizione di Henri Sauguet, Tableaux de Paris:
    https://clamarcap.com/2018/05/18/tableaux-de-paris/
    Ciao! 🙂

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    1. Buongiorno! Ti ringrazio moltissimo, troppo buono davvero … In realtà ritengo di cavarmela piuttosto bene quando si tratta di fruire della creatività di altri, ma da qui a creare in prima persona qualcosa di unico … il passo è lungo!
      Mi piace Cortès per la centralità che riserva alle persone nei suoi dipinti, perché anche un luogo incantevole senza i suoi abitanti resta solo “un bel posto”; ora vado a sedermi (in poltrona) e mi guardo, e ascolto, il tuo post, con molto piacere! Buona domenica, Elena

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    1. Non l’ho visto, mi è sfuggito clamorosamente! Grazie moltissimo per avermelo segnalato, rimedierò al più presto… la tua presentazione mi ha riportato alla mente certe immagini de l’Orangerie con il tetto sfondato dalle bombe, nel periodo in cui i nazisti usavano ciò che restava delle sale come magazzino. Ciao!

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      1. Per fortuna il nazismo e tutti i suoi orrori appartengono al passato, e vengono tutt’oggi identificati come il male assoluto. Colgo l’occasione per dirti che mi sono iscritto al tuo blog. Grazie a te per la risposta! 🙂

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    1. Ciao! Io trovo che sia in linea con altre città europee, però posso dirti che, con un po’ di iniziativa e qualche accortezza, si riescono ad organizzare dei bei viaggi senza andare in fallimento. Per esempio, la visita ai principali musei è gratuita tutte le prime domeniche del mese … Se vuoi programmare un viaggio e ti occorre qualche dritta a questo proposito, contattami pure, sarò felice di aiutarti! Buona serata, Elena

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  2. Elena mi hai dato una visione molto ariosa di Parigi! Io adoro vedere i tetti delle case, e quelli di Parigi devono essere oltre che belli romantici! Non vedo l’ora di vederla quella città, con i tuoi occhi. Io ho i miei ricordi, ma molti luoghi non li conosco. Sarà piacevole e interessante imparare a conoscerli attraverso te.

    In quanto ai libri leggerò senz’altro quello della Dandini.

    Ciao e grazie di avermi fatto sognare l’aria parigina in questo giorno piovoso di Novembre ❤

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    1. Grazie a te! Se ti fa piacere, in passato ho pubblicato diversi posts su Parigi … dove, del resto, cerco di tornare tutte le volte che posso! Questi sono due tra i miei preferiti: https://lacasettadelmerlo.wordpress.com/2017/12/10/il-merlo-curioso-diario-di-viaggio-parigi-1a-parte/
      https://lacasettadelmerlo.wordpress.com/2018/03/04/il-merlo-curioso-diario-di-viaggio-parigi-musee-dorsay-quartiere-latino-moulin-rouge-5a-parte/
      A presto e grazie ancora per tutti i tuoi commenti e complimenti, sono molto gratificanti! Elena

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  3. Elena sono entusiasta e commossa dei tuoi reportage parigini. Molti luoghi li ho visitati anch’io con mio marito anni fa…. lasciammo il nostro primogenito a mia madre e scappammo a Parigi per ritrovare noi come coppia senza essere solo babbo e mamma. Fu un secondo viaggio di nozze…. bellissimo e Parigi una dolce complice.

    Non ci siamo più tornati. Nel frattempo arrivò un’altra figlia e per molti motivi è stato impossibiloe tornarci. Però in futuro chissà…magari per qualche anniversario!

    Nel frattempo mi godrò i tuoi racconti sognando di essere lì con te.

    Ciao carissima Elena 🙂

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  4. Parigi è una città dai mille volti, come lo sono anche Roma, Milano, Napoli…

    Questi libri sono interessanti, ma ho un po’ di problemi con Coco Chanel (per via delle sue prese di posizione pro-tedesche durante l’Occupazione). E’ vero che si può fare una vacanza a Parigi senza dover aprire un mutuo, ma non è facile scoprire i trucchi: consiglio i libri della collezione “Le guide du Routard”, l’antenato di Tripadvisor!

    bonne journée !

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    1. Grazie per questo commento! Il prossimo post sul tema “Parigi in poltrona” sarà centrato proprio sui lati più oscuri di Parigi, al momento ci sto ancora lavorando… A proposito di Gabrielle Chanel, non a caso ho accennato ai tanti alti e moltissimi bassi della sua vita (e comunque, la sua presunta collaborazione con il Reich come spia non è mai stata provata); io ne ammiro il carattere forte e indipendente, che ancora oggi per tante donne, purtroppo, rimane un esempio non sempre così facile da seguire. Ciao, Elena

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